giovedì 10 agosto 2017



BAMBINI PROFUGHI E MIGRANTI: una realtà ANCHE NOSTRA!
In questa estate torrida tra le più calde da che la memoria ricordi tornando indietro alla prima metà dell’ottocento, continuiamo ad assistere in diretta a un dramma destinato a non finire con le vacanze:  lo sbarco  dei migranti che da qualche tempo riguarda anche noi isolani sempre un po’ in coda nel vivere alcuni eventi. Sono centinaia,  tanti, molti adolescenti e minori non accompagnati i poveri  naufraghi che approdano nei nostri porti. Sono parecchi i  morti in mare, i bimbi in lacrime  strappati alle loro madri e ora soli ad affrontare la vita in una terra che spesso non li vuole, che non ha spazi, non ha i mezzi, e forse  non “ ha  la volontà di accoglierli”.
Lasciarsi alle spalle una casa, una città, una cultura  devastata e svuotata da ogni contenuto, per andare incontro a mete sconosciute, a confini chiusi più da ideologie che da reali muri, diventa per tutti gli sfortunati protagonisti, un esodo che comincia al termine del logorante e umiliante viaggio della speranza  che hanno intrapreso.
Il confronto, l’accettazione e la convivenza diventano per questi esseri umani una prioritaria questione d’ interculturalità che investe in primo luogo i bambini e gli adolescenti il cui impatto integrativo è reso difficile da  un sistema di accoglienza non sufficientemente preparato per una serie di motivi politici, economici, logistici, culturali e integrativi.
Con buona pace di tanti, la sola umanità non è sufficiente ad affrontare l’arrivo “volontario” di un gran numero di persone che fugge via dai propri luoghi per motivi religiosi e politici. Fugge da una vita che non è vita.


Anche la nostra terra, splendida con i paesaggi dell’entroterra , con la sconfinata bellezza delle sue coste, oggi  si trova a dover affrontare  “Piani per l’accoglienza migranti”, pianificando interventi  tecnici e finanziari che tengano conto della specificità del territorio, delle strutture recettive in grado di accogliere, ma deve anche  far fronte alle varie esigenze dei suoi cittadini.



Il numero dei migranti è sostanzialmente aumentato anche in Sardegna; Nigeria, Bangladesh, Guinea, Costa D’Avorio e Gambia, Algeria, da qui arrivano stremati  nel fisico e nella mente, verso la costa sulcitana.
Così anche nell’isola  si  creano Centri di accoglienza  grazie ai contributi del fondo asilo migrazione e integrazione dell’Unione Europea. Vanno sempre aumentando distribuendosi  in varie zone sia interne che costiere.
Prima accoglienza, seconda accoglienza e mediazione, sono i momenti in cui migranti, i bambini e gli adolescenti devono necessariamente sostare:  identificazione, visite mediche, trasporto allestimento per una prima momentanea sosta nel luogo d’arrivo.
Poi si muovono  verso il secondo momento del  viaggio iniziato non certo in prima classe, neanche in "economy". Cammino  duro  durante il quale non hanno avuto di certo lo spirito di memorizzare nella "gallery" gli scatti più suggestivi del viaggio e i "selfie"  per immortalarsi con le splendide acque  di un mare che in fondo gli ha  "pure” risparmiati.
Si, certo, L’ACCOGLIENZA, forse una delle parole maggiormente usate e sentite di questi tempi. L’accogliere   dovrebbe  essere un’ azione  naturale per gli esseri umani, sentirla  senza stare troppo a polemizzare,  viverla come gesto incondizionato e non come gesto di difesa. Ma forse è proprio vero ciò che  si dice: “NON  ABBIAMO  LA  CULTURA DELL'ACCOGLIERE, NON  SIAMO  STATI  EDUCATI  A  FARLO” .
L’accoglienza, quella spontanea , è già integrazione. Un tiro al pallone, un ballo, una stretta di mano, un momento conviviale, è accoglienza, è integrazione che  non toglie niente a nessuno,  non rende  più poveri, ma migliori forse si.  Senza fare tanto buonismo, ma solo semplici gesti.
Eppure, laddove questa naturalezza è effimera, sterile, inesistente per motivi  anche giustificabili, si può intervenire se si ha la volontà di migliorare se stessi e il mondo in cui viviamo.


LA SCUOLA,  I BAMBINI,  I RAGAZZI!!




Sento spesso dire: ma, non ci dobbiamo preoccupare,  i bambini non hanno nessuna difficoltà ad accogliere e accettare chi è diverso da loro, fisicamente, culturalmente, ideologicamente. Personalmente non sono sempre d’accordo con  questa affermazione.
Al giorno d'oggi si vive sempre più all'interno di una società multietnica e variegata che mette di continuo in relazione culture e realtà differenti. Ma, il processo di integrazione non è sempre facile e immediato neppure tra i bambini. 
Portano  con se un patrimonio di idee, concetti e preconcetti che vengono direttamente dall’atmosfera  di cui sono circondati in casa. Ciò che ascoltano e  sentono dagli adulti, gli atteggiamenti che osservano, le idee, i principi portati avanti vengono fatti  propri e utilizzati all’occorrenza. I bambini sono tali poiché non hanno capacità di filtrare ciò che hanno assorbito e lo sfoderano  nel momento in cui si devono difendere, in cui vogliono sentirsi grandi, importanti, nell’attimo in cui si sentono fragili e si liberano dei  disagi accumulati.
Per preparare le generazioni future ad accogliere nel migliore dei modi i cambiamenti che la società di oggi impone, è necessario insegnare loro fin dalla tenera età, in famiglia, a scuola, all’oratorio, al campo estivo, nello sport, a convivere con delle realtà differenti dalla loro, ad accettarle e confrontarsi civilmente.
Questo significa che i bambini vanno comunque  guidati in ogni scelta, vanno accompagnati all’apertura  verso un mondo  presentato loro come diverso, quindi da tenere lontano,  pericoloso perchè sconosciuto, spesso maturando una forma di odio contro chi viene a invadere la loro terra “ rubando lo spazio, il lavoro, la vita”.
Ecco allora che diventano importanti i  PROGETTI  che la scuola propone con attività ricreative, sportive, ludiche, formative, di scambio culturale,  che accolgono e includono senza troppe forzature ma coinvolgono  un po’ tutti, i cittadini, le famiglie e le istituzioni.  Ciascuno può diventare un "mediatore culturale", organizzando una partita di calcio, una danza tradizionale, una musica, un pranzo, mettendo a disposizione ciò che può offrire integrando così le culture di ognuno per un arricchimento reciproco.

Oramai  con  le vacanze estive siamo in discesa. Le giornate al mare, le escursioni, i viaggi, le attività diverse che tutti in estate ci concediamo, ci stanno ricaricando per affrontare un nuovo anno scolastico che si prevede intenso e ricco di novità, conoscenze, approcci a nuove realtà. Nel frattempo ci rimane ancora qualche settimana per proporre ai nostri bambini alcune valide letture che affrontano il tema delicato e difficile dei bambini migranti, dei ragazzi in fuga dalla miseria e dalla guerra. Ho trovato interessanti e valide alcune letture.

Ecco i titoli di libri illustrati dedicati al tema della multiculturalità. I temi raccontati sono le tradizioni, i costumi, i sogni e le difficoltà dei bambini di tutto il mondo trasposti in storie simpatiche e toccanti adatti un po per tutti.

         IL VIAGGIO

 Con sensibilità e rispetto un’illustratrice e graphic designer cagliaritana emigrata in Svizzera, ha affrontato in questo albo illustrato questi argomenti.
Realtà e fantasia dialogano armonicamente grazie ad un riuscito equilibrio stilistico costruito intorno a costanti rimandi e suggestioni metaforiche tra parole e immagini.
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 -          A BRACCIA APERTE. STORIE DI BAMBINI MIGRANTI

 Questa è la storia di Alex, che fuggì da Sarajevo; di Gina, che emigrò negli Stati Uniti; dei due fratellini haitiani adottati; del piccolo Hazem, che dalla Siria arrivò in Germania; del giovane Hailè, giunto in Italia dall'Eritrea; della famiglia di Ferrara che trovò riparo in Svizzera; di Claudia, la piccola rom; di Casimiro, che viaggiò dalla Polonia a Milano in un TIR; di Emanuele, che ora vede la sua Napoli solo alla TV; di Shaira, che cercava un luogo pacifico dove far nascere il suo bambino; di Marika, la timida albanese, che in Italia ha trovato una nuova amica; di Timo, il gatto sbarcato a Lampedusa... Età di lettura: da 6 anni. a cura di M. Salvi, illustrazioni di C. Spanò

     YUSUF E’ MIO FRATELLO 

 della collana mondadoriana “Oscar Primi junior”. L’autrice  Pina Varriale sposta  la narrazione dalle vicende tortuose e drammatiche della fuga, del viaggio e infine dell’approdo/sbarco, alla successiva fase dell’inserimento dei giovani profughi e migranti nella nuova realtà, urbana e scolastica.
E’ la storia di un profugo siriano “minore non accompagnato”, dai vissuti dolorosi e spaventevoli, all’interno di uno scenario scolastico dinamico e ricco di ingredienti (amicizia, solidarietà, gelosie, discriminazione).



         IL SOGNO DI YOUSSEF



 è una storia “favolosa” di amicizia e separazione tra due bambini, una storia sul perdersi e ritrovarsi, sul sentirsi sospesi e “in bilico” come suggeriscono le figure rarefatte ed eteree di Sonia M.L. Possentini.

         SOGNI AL DI LA’ DEL MARE. STORIE DI MIGRANTI TRA REALTA’ E FANTASIA

 Storie un po'vere, un po' romanzate, a volte dolorose, a volte buffe e gioiosamente aperte a un lieto fine. Storie che prendono spunto dalla cronaca e che spesso hanno protagonisti bambini e bambine, ragazzi e ragazze. Storie che riguardano sogni: fuggire dalla guerra, trovare una nuova casa, mettere in salvo la propria famiglia, riunirsi ai propri cari. Età di lettura: da 8 anni.






-  S.O.S. UOMO IN MARE 

(sottotitolo L’ammiraglio Giuseppe De Giorgi si racconta a Daniela Morelli,
Dalla collaborazione tra una giornalista e un capo di Stato Maggiore della Marina italiana è nato il volume della collana per ragazzi “a tu x tu” di Giunti junior, una lunga intervista-conversazione con il celebre ammiraglio che ampio spazio riserva alle storie di salvataggio di profughi e naufraghi nel Mediterraneo.








PER I PIU’ GRANDI

-       -    NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI


...e nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l'incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l'Iran, la Turchia e la Grecia. Un'odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l'ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.




venerdì 12 maggio 2017


“Per immaginare, la mente ha bisogno di immagini”.

- Bruno Tognolini-



Pensando a una scuola inclusiva, ad un modello che faccia sentire ciascun bambino parte del tutto, appartenente all’ambiente che vive quotidianamente  nel rispetto della propria individualità, è nato il bisogno di provare  un'azione di lettura diversa dal solito: una lettura di sole immagini in cui ciascuno fosse in grado di darne una propria interpretazione, un’idea  di storia, di racconto, di immaginazione.
Attraverso questa suggestiva attività,  a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine culturale, si sono potute valorizzare, attraverso gruppi eterogenei, le idee di ciascun bambino:  Includere vuol dire avere le stesse opportunità di partecipare fornendo il proprio e personale contributo.
Imparare con gioia, sperimentare con piacere, scoprire e conoscere le proprie capacità, prendere consapevolezza delle proprie abilità, sono alcuni punti di forza emersi  attraverso la lettura di immagini che oltre ad essere essenziale per lo sviluppo dell'immaginario e della capacità di narrare, è propedeutica alla lettura propriamente detta.

L’incipit per dare il via a questo semplice lavoro di fantasia, viene dalla “lettura bianca” della novità editoriale di Amy Nielander
                                                         
            
 LA  GARA  DELLE COCCINELLE

Una storia senza parole per grandi e piccoli. Una storia solo di immagini. Un libro molto bello per gli occhi e per lo spirito.
L’idea di fondo è semplice e di una chiarezza lampante: viene narrata per immagini una gara di velocità tra coccinelle. Eccole tutte affiancate dietro la linea di partenza, posta sul margine sinistro del foglio. I primi sostantivi  che mi vengono in mente:
  • -     PROFONDITA’:  le pagine di un bianco disarmante sembrano risucchiarti all’interno alla ricerca di qualcosa,  di un messaggio, di un’idea…
  • -    CURIOSITA’: una pagina bianca, poi un’altra, un’altra ancora, uno spruzzo di colori, un gruppo, un vortice, l’unione, la solitudine. Cosa accadrà alla fine? Ci sarà una frase che chiarisce? Una parola chiave?  Un messaggio?
  • -     STIMOLO: il vuoto, lo spazio, il foglio bianco che invita a scrivere, disegnare, colorare, inventare, immaginare. 



Queste le riflessioni dell’autrice ideatrice delle tavole: L’unico animaletto puntiforme che riesce a proseguire la sua corsa e a spiccare il volo per evitare l’ostacolo, guadagnando la prima posizione, è una piccolissima coccinella grigia. Spavalda vola verso la vittoria. Ma c’è davvero gusto a vincere in questo modo? Si può gioire veramente sapendo che tutti gli altri concorrenti sono in serio pericolo? O è più gratificante fermarsi, tornare indietro, e aiutare le compagne in difficoltà? L’autrice sceglie quest’ultima strada : “Volevo sottolineare l’importanza dell’aiuto reciproco, del sentirsi una squadra. Le pagine finali mostrano come un piccolo atto di gentilezza possa renderci più forti e creare un bellissimo effetto a catena”.


QUESTA  LA  LETTURA DELLE IMMAGINI   DI ALCUNI BAMBINI DI OTTO ANNI:

VINCERE INSIEME.

Una mattina d’estate, nel grande prato della foresta, un bel gruppo di coccinelle decisero di sfidarsi in una gara per scoprire chi tra loro fosse la più veloce.
La coccinella più piccola, agile e veloce, in pochi minuti superò tutte le altre. Dietro di lei due coccinelle grigie la volevano superare ad ogni costo.
Nel gruppo più numeroso le coccinelle volavano quasi tutte allo stessa velocità. Alla più saggia venne un’idea per riuscire a raggiungere le due più piccole. Dopo aver ascoltato le sue parole, le coccinelle decisero di prendersi per mano e allungarsi sempre di più tutte insieme fino a diventare un gruppo lungo e unito fino al traguardo. Insieme formarono un vortice in cui finirono anche le due coccinelle grigie e quella più piccola.
Tra un battito d’ali e  mani strette l’una con l’altra, volarono fino alla linea d’arrivo e  tagliarono il traguardo tutte insieme.  Felicissime le coccinelle si abbracciarono stringendosi forte con le loro ali.
E’ bello VINCERE, ma è più bello  VINCERE   TUTTI   INSIEME.





sabato 22 aprile 2017




          23  APRILE - GIORNATA   MONDIALE   DEL   LIBRO -

Patrocinato dall’Unesco  per promuovere la lettura e la pubblicazione dei libri, questo evento nasce in Catalogna, dove lo scrittore ed editore Vincent Clavel Andrés (1888-1967) si fece promotore. Così il 6 febbraio 1926 re Alfonso XIII promulgò un decreto con cui veniva istituita in tutta la Spagna la Giornata del libro spagnolo.
 La data prescelta fu il 7 ottobre, ma dal 1931 è stata spostata al 23 aprile, perché in quel giorno del 1616 morirono tre maestri della scrittura mondiale come William Shakespeare, Miguel de Cervantes e il peruviano Inca  Garcilaso de la Vega

Sempre il 23 aprile si  celebra la festa di San Giorgio, patrono della Catalogna.  
Poiché la tradizione vuole che nel giorno di San Giorgio ogni uomo doni una rosa alla sua donna, così ancora oggi i librai della Catalogna usano regalare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile.


A Barcellona la tradizionale passeggiata per le Ramblas invase di banchetti pieni di libri e di rose,  è uno degli eventi più suggestivi dell’anno

La prima edizione si è tenuta nel 1996 con ’obiettivo di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e valorizzare il contributo che gli autori forniscono al progresso sociale e culturale dell’umanità.  

Da allora ogni anno il 23 aprile con questa giornata l’Unesco vuole rendere omaggio al libro come :
·        strumento di educazione e confronto,
·        opportunità per promuovere la lettura,
·        occasione per sottolineare l’importanza del libro nella nostra vita,
·        obiettivo concreto per la crescita economica e lo sviluppo della democrazia,
·        ma anche far riflettere sulla situazione degli autori e dell’editoria.

Dal 2001 l’Unesco ha deciso che ogni anno una determinata città del mondo venga proposta come riferimento mondiale del settore sulla base dell’offerta culturale e dei progetti presentati e esaminati per l’occasione da un’apposita commissione. La prima città a essere scelta fu Madrid. L’unica italiana sinora è stata Torino, nel 2006. 

Per questa edizione
la capitale mondiale del libro
sarà La città di Port Harcourt , in Nigeria, "a causa della qualità del suo programma, in particolare la sua attenzione ai giovani e l’impatto che avranno  i libri, la lettura, la scrittura e la pubblicazione sul miglioramento del tasso di
alfabetizzazione della Nigeria".


...Carissimi  bambini, per questa giornata scegliete di leggere anche solo una pagina, ma che sia quella  del vostro libro preferito;  provate a leggerla  con i colori dell'arcobaleno!!!
                                                BUONA  LETTURA!!!

martedì 28 marzo 2017


Capita spesso, a ciascuno di noi, di incontrarne uno. Sono quei sassi inutili e tondeggianti che al loro interno nascondono tesori di cristallo colorato, se si sa come aprirli...sono i GEOIDI. 



2 aprile 2017: Giornata Mondiale della consapevolezza sull'Autismo
Domenica 2 aprile è la “Giornata mondiale per la consapevolezza dell’Autismo”. In questa data simbolica, scelta nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU, tutto il mondo si tinge di blu, colore collegato all’autismo, in quanto “tinta enigmatica, che risveglia il desiderio di conoscenza e di sicurezza, come spiegarono i promotori della giornata stessa, motivandone la scelta.
Ogni anno, infatti, i più importanti monumenti, o luoghi simbolo, in ogni parte del mondo, vengono illuminati di blu: dal One World Trade Center di New York alle Cascate del Niagara.


Esistono diversi libri volti a spiegare l’autismo, storie vere o di fantasia, tutte efficaci e adatte a  chiarire cosa significa vivere accanto ad una persona che porta con sé una storia di vita particolare.   Esistenze spesso ancora segnate  da  una  sottile linea che va dall’ignoranza del non conoscere, al  pregiudizio di opinioni preconcette capaci di far assumere atteggiamenti ingiusti. 


Girovagando tra articoli di riviste didattiche e siti editoriali, ho scoperto l’esistenza di una particolare casa editrice con un nome  dal simbolismo eccezionale, “UovoneroEsiste dal 2000 e pubblica testi per piccoli e grandi allo scopo di promuovere  la conoscenza e il rispetto delle disabilità. Libri che raccontano  storie semplici, vere o verosimili  e propone libri con rinforzi 
comunicativi per bimbi con difficoltà cognitive. 



Tre sono le collane che si distinguono in:
 (collana Pesci Parlanti); libri che raccontano varie forme di disturbo da parte di chi lo vive in prima persona .
(Collana  I raggi ) libri che aiutano gli altri a capire e accettare chi è diverso.
(Collana  I geodi ) libri  dedicati in particolare a persone con autismo per sviluppare le autonomie personali.


L'unicorno triste. Un'altra bellissima storia per raccontare l'autismo.
Disegni semplici e colorati, nati da una progetto di tesi di un giovane illustratore autistico.
Potrete ascoltarla a questo indirizzo.


https://youtu.be/fm2au4dIzgU

domenica 5 marzo 2017



OTTO MARZO, 
            letture al femminile per esplorare,
            imparare e sognare senza limiti!
                              

Storie della buonanotte per bambine ribelli
Good Night Stories for Rebel Girls “.
-         -  C’era una volta una bambina che amava le macchine e amava volare;
-         -  c’era una volta una bambina che scoprì la metamorfosi delle farfalle..

100 esempi di forza e coraggio al femminile, per tutte le donne, grandi e piccole, 
che puntano sempre in alto. 100 donne straordinarie che hanno cambiato il mondo, 100 favole per sognare in grande!


                Le autrici di questo interessante libro sono due ragazze molto intraprendenti: Elena Favilli , giornalista-imprenditrice,  laureata in Semiotica all'Università di Bologna con studi  al Digital Media a Berkeley in  California. Francesca Cavallo  autrice e regista di teatro. Esperta d'innovazione sociale, ha fondato “ Sferracavalli “, festival internazionale d'immaginazione sostenibile. Insieme si sono trasferite a San Francisco credendo  fermamente nel  loro progetto startup di giovani imprenditrici,  creando un’azienda  che lavora sul web proponendo il progetto del loro libro ricercando finanziamenti tra chi trovava interessante l’idea tanto da investirci somme di denaro. In Italia il progetto è  stato apprezzato ma non ha avuto molti finanziamenti.
Il primo finanziamento contava 600 mila dollari ricevuti da investitori italiani e americani.

La nascita di questo libro racchiude un progetto che è esso stesso l’animo del libro: ISPIRARE LE BAMBINE A ESPLORARE, IMPARARE  E SOGNARE SENZA LIMITI.
Il progetto nasce  giorno dopo giorno con il pubblico: le ragazze presentano le prime storie nella  newsletter del loro sito internet , ascoltano il  feedback dei lettori, inserendolo nella versione finale. Così  sono state scelte le 100 protagoniste delle storie: dalla pittrice Frida Kahlo, alla regina Elisabetta I d’Inghilterra, alle sorelle Brontë, fino alla tennista Serena Williams.
Il volume contiene 100 biografie di donne famose: 100 favole per sognare in grande raccontate con stile semplice. Sono artiste, scrittrici, scienziate, sportive che lottano per affermare la propria personalità, da Rita Levi Montalcini a Michelle Obama.

Ciascuna storia è illustrata da una illustratrice diversa proveniente da diversi  angoli  del mondo, una vetrina delle migliori cento illustratrice del nostro tempo: una splendida unione tra grandi storie di donne esaltate dal lavoro meraviglioso di altrettante artiste che creano ogni giorno.

«Sono tutti personaggi realmente esistiti, come Maria Sibylla Merian, la scienziata tedesca che nel diciassettesimo secolo è partita con la figlia su una nave per andare nel Suriname, in Sudamerica, dove ha scoperto la metamorfosi delle farfalle — dice Favilli —. Oppure quella di Hatshepsut, la primissima faraona egiziana, vissuta molti secoli prima di Cleopatra: nessuno la conosce perché, nonostante il suo fosse stato un regno molto florido, dopo la sua morte tutte le sue tracce furono distrutte. Si cercò di cancellarne la memoria per evitare che incoraggiasse altre donne a cercare il potere. Infine ci sono storie di persone viventi, in modo che le bambine possano avere esempi più vicini. Come quella, epica e piena di ostacoli, di Serena Williams. O della nuotatrice siriana, che è arrivata in Grecia trascinando una barca piena di persone per le ultime centinaia di metri e che ora si allena per poter gareggiare alle Olimpiadi nella nazionale dei profughi».


Il successo ottenuto, prima con la pubblicazione del libro in lingua inglese, in seguito tradotto in dodici lingue, conferma la considerazione delle ragazze riguardo alla necessità di esporre le bambine a una narrazione diversa della femminilità che vada oltre la narrativa tradizionale delle fiabe in cui la principessa, in costante pericolo viene salvata dal coraggioso cavaliere.
Valutando gli esiti di recenti studi riguardo al fatto che le ragazze, fin dalla scuola media iniziano a perdere fiducia in se stesse, forse è davvero importante proporre  già dagli otto anni, letture in cui le protagonisti femminili non siano vittime di stereotipi di genere, relegate in ruoli di secondo piano, o interpreti di parti da innamorata, mamma, donna in pericolo.

Per le due ragazze, la scelta di rivolgersi alle bambine attraverso le storie di queste grandi donne, ha anche uno sviluppo  personale legato al settore in cui lavorano, ancora strettamente legato alla figura maschile : quello tecnologico all’interno del quale esse si sono confrontate incontrando non pochi ostacoli . Attraverso questa scelta intendono dimostrare che l’innovazione non può essere tale se tiene fuori metà della popolazione.

….sognate più in grande, puntate più in alto, lottate con più energia. 
E, nel dubbio, ricordate: avete ragione voi..